La danza-movimento-terapia è una forma di arteterapia che utilizza la musica, il ballo e il movimento.
L’uso sistematico della danza a fini terapeutici ebbe inizio nel Regno Unito agli inizi del secolo scorso e si diffuse poi negli Stati Uniti durante gli anni Quaranta. In Italia la danzaterapia è arrivata negli anni Settanta. Nel 1997 è stata istituita l’Associazione Professionale Italiana Danzamovimentoterapia (APID) per iniziativa di danzamovimentoterapeuti provenienti da tutto il territorio nazionale. L’APID regolamenta i criteri per la formazione e la pratica professionale del danzaterapeuta, che, sulla base della legislazione vigente, può non essere necessariamente un medico o uno psicologo.
La danzaterapia risulta essere particolarmente adatta a tutti coloro che desiderano intraprendere un percorso di crescita ed evoluzione personale passando attraverso una maggiore armonizzazione con se stessi e con il proprio corpo, inteso come depositario di sensazioni e memorie che questa particolare metodologia di approccio alla persona aiuta a far emergere e integrare. La dimensione del gruppo facilita poi la messa in comune di azioni e riflessioni tese a creare una cultura condivisa che si avvale anche di elementi a sfondo rituale e che diventa, in corso d’opera, un vero e proprio volano di cambiamento. Si rivolge pertanto a persone di ogni età e condizione. L’accesso a un gruppo di danzaterapia non richiede nessuna preparazione preliminare, così come previsto da tutti metodi attivi di intervento psicosociale. Negli ultimi decenni ha conosciuto in Italia un notevole sviluppo anche all’interno di svariati contesti istituzionali come scuole, ospedali, carceri, centri diurni e residenziali per la cura della malattia mentale, della tossicodipendenza e la riabilitazione dell’utenza comunemente definita ‘diversamente abile’.